Astana Qazaqstan, Vincenzo Nibali concentrato e motivato: “Non penso alla festa di addio, ho in testa il Giro”
Vincenzo Nibali inizia con grande voglia quella che potrebbe essere la sua ultima stagione. Il ritiro del siciliano al termine del 2022 sembra essere lo scenario più plausibile, con il suo stesso entourage che appare pronto nell’organizzazione della sua festa di addio, ma il portacolori della Astana Qazaqstan ha altro per la testa. In una stagione che si preannuncia molto ricca, qualitativamente e quantitativamente, lo Squalo di Messina sa che ormai non può più pensare di partire con l’obiettivo di conquistare un grande giro, definendo “presuntuosa” questa ipotesi, ma non per questo non vuole dire la sua.
“Non è l’ora di pensare alla festa d’addio”, spiega dunque alla Gazzetta dello Sport, pur ammettendo che “si pensava al 14 novembre 2022, il giorno del 38° compleanno”. Anche la location sembrava essere stata scelta, ovvero “a Mastromarco, dove sono diventato un corridore”, chiamando attorno a sé “tutti gli amici e i grandi avversari di una vita, Contador e Froome compresi”. Ma prima di pensarci davvero, c’è una stagione da preparare e, soprattutto, correre. Un anno in cui affronterà per la prima volta alcune corse, specialmente al Nord e soprattutto la mitica Parigi – Roubaix. Per molti una lunga passerella d’addio: vero, ma non solo. Anche la voglia di scoprire ancora il gusto del ciclismo da parte di chi lo conosce molto bene.
Ma tra le grandi corse anche alcune che conosce molto bene e nelle quali non vuole certo esserci per onore di presenza o solamente per salutare. Su tutte il Giro d’Italia, che passa dalla sua Sicilia e della sua Messina. Della Corsa Rosa sarà uno degli uomini di riferimento per gli appassionati, per il gruppo e, soprattutto, per la formazione kazaka, nella quale ha scelto di ritornare per ritrovare le sensazioni di un tempo. Per questo, “niente passerella, ho il Giro in testa”.
Qui ritrova anche Miguel Angel Lopez, a sua volta tornato durante questo inverno, al quale proverà a trasmettere la sua esperienza e la sua calma, virtù che potrebbe fare del colombiano un corridore diverso, verso quella che potrebbe essere la sua definitiva esplosione. Un ruolo da chioccia, mentore, trascinatore e lanciatore, ma con licenza comunque di colpire in prima persona, che ricorda quello di Zlatan Ibrahimovic al Milan in questi ultimi anni: “Io come Ibra? Mi piace”, commenta.
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